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Il Prometeo liberato, ispirato alla trilogia di Eschilo andata in buona parte perduta, è considerato insieme all'Adonais il capolavoro di Percy Bysshe Shelley. Prometeo, dopo essere stato punito da Giove per aver rubato il fuoco agli dèi e averne fatto dono all'umanità peccando di hybris, viene finalmente liberato dalla sua prigionia. Nella rivisitazione di Shelley, però, non può esserci riconciliazione tra Giove e il titano, destinato a ritrovare la libertà soltanto nel momento in cui il suo oppressore perde il potere. Il Prometeo di Shelley è spinto "dai più puri e più veri motivi verso i migliori e più nobili fini", è il difensore dell'umanità che incarna la più alta perfezione morale e intellettuale. Protagonista del poema allegorico di un'altissima ed eterna sollecitudine umana: il tentativo di uscire dalla selva oscura che rappresenta l'eterno viaggio dal male al bene, o meglio, il ritorno al bene della natura umana.